Tieni il toro per le corna, sii testardo come il toro, toro selvaggio, forte, inaspettato e aggressivo. Le espressioni più associate a questo animale sembrano avere sempre una connotazione negativa, allertando sul pericolo, instillando paura e rispetto per chi è in grado di controllarlo. Così viene immaginato il mostro al centro della piazza, il centro della festa sfrenata. Ma ‘ciò che realmente possiede ogni animale – uomo e toro – che rende questa cosiddetta festa’“? Questo è ciò che il biologo Lewis M. Vicente Toro come noi, un libro edito da Pergaminho che vuole aggiungere dati scientifici al dibattito sulla corrida in Portogallo.
La storia inizia da Ngombe – che significa toro in Kimbundu, lingua parlata in alcune regioni dell’Angola – un toro interferente che prende le prime pagine del libro per parlare a nome di tutte le altre specie (e non solo). Espone la “sofferenza” a cui l’uomo è stato sottoposto nel corso dei secoli, in particolare nel caso di quella che viene definita la “scena di dolore”, la corrida. E in “A Desperate Cry”, ha chiesto all’autore di parlare per sé.
“Se nessuno parla per il toro, parlerò per il toro, dirò che il toro mi ha chiesto, a suo nome, di parlare agli umani, perché gli umani mi capiscono meglio di lui”, spiega l’autore nell’intervista con P3. L’idea di fondo era, “umilmente” fare da traduttore e portavoce di un animale che non può esprimersi “perché noi [humanos] Abbiamo problemi a comunicare con gli animali”.
Da qui Luis M. Vicente, biologo, professore universitario e ricercatore con circa 40 anni di esperienza professionale, dà voce alla specie. testa di toro, Se invece “il Toro prova a parlare e non viene capito, forse qualcuno che ne capisce un po’ di più” si può sentire dalla questione. Questo libro porta alla discussione “una solida base scientifica per comprendere i problemi relativi alla sofferenza e alle emozioni, con il fatto che tutti gli animali possono soffrire”, afferma.
Diviso in temi biologici e culturali, il libro confuta gli argomenti più comuni utilizzati dai sostenitori della corrida. Usando il volgare, qualsiasi cosa tra discorsivo, impulsivo e avventato, l’autore offre spiegazioni accademiche, ma fa anche considerazioni di cultura e tradizione, “sia in questioni di antropologia culturale che in questioni di diritto”, spiega. E per questo citano Darwin, Kant, e anche Camis, in un testo “improbabile e deterministico” che unisce scienza, biologia, filosofia e poesia sotto forma di citazioni e idee di autori diversi.
Dopo una vita passata ad osservare e cercare di capire la vita animale, Louis M. Lo stesso Vicente è “un professionista nel dubbio, non nella certezza”. Secondo l’autore, “Siamo tutti animali, abbiamo molto più in comune di ciò che ci divide, e dobbiamo renderci conto una volta per tutte che noi, gli animali che abitano questo pianeta, siamo fratelli, compagni di viaggio, e dobbiamo imparare l’un l’altro”
Toro come noi Intende, attraverso argomentazioni logiche, far capire che “il nostro rapporto con i tori, per tradizione storica nella penisola iberica, nel sud della Francia e in parte dell’America Latina, non rispetta pienamente i diritti dell’altro”.
A cura di Anna Maria Henrichs