L’inglese Adelardo di Bath fornisce un meraviglioso esempio del percorso del matematico e dello scienziato nel Medioevo europeo. Secondo la sua testimonianza, è nato nella città di Bath, nel sud-ovest dell’Inghilterra. Si ritiene che sia stato intorno al 1080.
Il nome è di origine anglosassone. Ora, solo pochi anni prima, il Paese era stato conquistato dai Normanni sotto il re Guglielmo I, che occupavano posizioni di distinzione, relegando gli anglosassoni negli strati inferiori della società inglese. È quindi plausibile che una buona istruzione fosse sfuggente.
La soluzione fu quella di emigrare, alla fine dell’XI secolo, nella città francese di Tours, dove studiò astronomia e matematica. Dopo alcuni anni in Francia, intorno al 1109, intraprende un lungo viaggio che lo porterà in Italia, Spagna, Sicilia, Grecia e Palestina. Durante questo periodo imparò la lingua araba, che gli diede accesso alla ricca letteratura scientifica in quella lingua.
Nel 1126 ritornò in Occidente, portando con sé molti testi antichi e il desiderio di diffondere la conoscenza acquisita. Fu uno dei primi a introdurre in Europa il sistema di numerazione posizionale indo-arabo che usiamo ancora oggi.
È anche la più antica traduzione degli Elementi di Euclide in latino: è interessante notare che è stata estratta da una traduzione araba, poiché l’originale greco è andato perduto. Pubblicato a Venezia nel 1492, dopo l’invenzione della stampa, divenne uno dei maggiori testi didattici della matematica in Europa.
Insieme a molte altre traduzioni, Adelardo ha lasciato anche molti testi originali. “Regulae abaci” (“Regole dell’abaco”, in latino) è un trattato sull’uso dell’abaco. È pieno di esempi di conti in contanti che hanno portato alcuni storici a ipotizzare che Adelardo fosse collegato al Tesoro, l’autorità finanziaria dell’Inghilterra dell’epoca.
Se questo era vero significava che a quel punto era già assurto a una posizione di rilievo nella società. Ciò aiuterebbe a spiegare perché nel 1130 fu esente dal pagamento della “multa per omicidio” nella contea del Wiltshire. Si trattava di una sanzione pecuniaria applicata a tutti i cittadini ogni volta che un normanno veniva ucciso nella zona.
In Questioni sulla natura, la sua opera principale, difende il primato della ragione sulla fede nel campo della scienza. Quando si discute di argomenti controversi (“Gli animali possono acquisire conoscenza?”), ricorre spesso agli insegnamenti arabi.
Si ritiene che sia morto nella sua città natale, Bath, a metà del XII secolo.
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