Ansamed – Il Tribunale della Sezione Misure di Prevenzione di Milano ha deciso venerdì (5) di perseguire penalmente una società di proprietà del gruppo italiano di moda Armani Nell’amministrazione giudiziaria per un anno.
La Giorgio Armani Operations SPA, società controllata dal marchio, è accusata di subappaltare indirettamente la propria produzione ad aziende cinesi che sfruttano i lavoratori.
L’intervento è avvenuto nell’ambito dell’inchiesta penale aperta dai pm Paolo Storari e Luisa Baima Poloni, contestualmente ad un sopralluogo sull’operato delle forze dell’ordine.
Secondo le autorità italiane, la Giorgio Armani Operations SPA “non è stata in grado di prevenire e arrestare il fenomeno dello sfruttamento della manodopera nel ciclo produttivo, in quanto non ha attuato misure adeguate per verificare le reali condizioni di lavoro o le capacità tecniche delle imprese appaltatrici”, agevolando così “crimine di gangster”.
I ricorrenti affermavano che tale sistema consentiva di ridurre i costi di produzione, di non pagare le imposte dirette, i contributi assicurativi e previdenziali, di non rispettare le norme sulla salute e sicurezza sul lavoro e di non adempiere agli obblighi previsti dal contratto collettivo nazionale sulla retribuzione dei dipendenti orari di lavoro , ferie e ferie retribuite.
La decisione stabiliva che i lavoratori erano costretti a lavorare a un ritmo “estenuante” per più di 14 ore al giorno, venivano pagati solo tra i 2 e i 3 euro l’ora e venivano posti in “condizioni di vita degradanti”.
Il Gruppo Armani in una nota precisa che “ha sempre adottato misure di controllo e prevenzione per ridurre le violazioni nella catena di fornitura”, aggiungendo che coopererà “con la massima trasparenza con le autorità competenti per chiarire la propria posizione su questo tema. “
La Procura di Milano indaga da anni sull’outsourcing della produzione da parte di grandi gruppi della moda e di altre industrie a subappaltatori che sfruttano i lavoratori.
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