Le autorità italiane hanno invitato la procura brasiliana a prendere parte alle indagini sul traffico internazionale di droga in Europa da parte dell’unità criminale Primeiro Comando da Capitola (PCC). L’informazione sul piano è stata rivelata da un trafficante originario di quel paese, arrestato ed estradato in Brasile, che è stato incarcerato a Roma dopo aver concluso un accordo nei tribunali italiani.
Vincenzo Pasquino viveva a San Paolo, dove trattava con la Divisione Penale. UN TVGlobo Ha avuto accesso a un documento inviato dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo italiana alla Procura generale di Brasilia e alle Procure di Rio de Janeiro e San Paolo in merito all’incriminazione di un narcotrafficante italiano.
Nel documento si propone che i pubblici ministeri brasiliani conducano indagini congiunte con l’autore del reato in modo che entrambi i paesi possano ottenere maggiori informazioni sul sistema di traffico internazionale.
Il signore della droga italiano denuncia i legami della mafia con le bande criminali in Brasile
Secondo una lettera inviata al Brasile, grandi quantità di droga hanno lasciato il Paese via mare per le famiglie mafiose in Italia.
La polizia di San Paolo stava già indagando sul colpevole che utilizzava proprietà sulla costa di San Paolo e nella capitale.
“Vicenzo Tadubé viveva nel quartiere. Utilizzava un appartamento e due appartamenti a Guaruja. Erano basi utilizzate per incontri con altri narcotrafficanti, tra cui italiani e albanesi.” Rappresentante Fernando Santiago, del Dipartimento investigativo sugli stupefacenti (DENARC).
Vicenzo era accompagnato da due guardie giurate albanesi. Erano loro, secondo la polizia, a comparire nel filmato mentre entravano nell’ascensore di uno degli edifici in cui abitava l’imputato.
Paschino ha assunto una posizione di primo piano nella mafia calabrese, una delle più potenti d’Italia.
Dall’inchiesta «è risultato che era il più grande intermediario nel traffico di cocaina sudamericano verso i clan mafiosi della Natrangheta. In questo ruolo, oltre al PCC, collaborerà con la divisione Commando Vermelho (CV).
Nel gergo della giurisprudenza italiana Baschino è ormai un “bendito”, un penitente. È l’equivalente, in Brasile, di un informatore, che conclude un patteggiamento. La banda è arrivata in Brasile nel 2017 e ha iniziato a spedire droga in Italia.
Dapprima visse nel Paraná, da dove entravano grandi spedizioni di cocaina con i paesi vicini. Successivamente si è trasferito a San Paolo, un punto di uscita della droga per l’Europa.
Nel maggio 2021, in un’operazione congiunta tra la Polizia Federale, l’Interpol e la polizia italiana, Vincenzo e Rocco Morabito, uno dei narcotrafficanti italiani dell’epoca più ricercati, furono arrestati in un appartamento a Zonno Pessoa.
Un’indagine di una ONG impegnata nella lotta alla criminalità organizzata internazionale ha dimostrato che un’unità brasiliana svolge un ruolo logistico nel traffico internazionale attraverso la distribuzione di cocaina prodotta in Sud America.
Secondo una ricerca, l’invio di droga in Europa avviene con la partecipazione della mafia balcanica. Lo studio indica che lo stato di San Paolo, luogo di nascita del PCC, è strategicamente posizionato per il contrabbando, in particolare grazie al più grande porto del Sud America.
“Più della metà della cocaina sequestrata nel Paese si trova nel porto di Santos. Se si guarda al porto di Santos, ci sono molti modi per inviare la droga per raggiungere il continente europeo”, afferma la sociologa e ricercatrice Isabela Vienna.