cinema italiano Rapimento del Papa Arriverà nei cinema brasiliani questa settimana. Questo dopo una splendida carriera ai festival e numerosi premi. Regia di Marco Bellocchio (Traditore) e racconta una storia vera. È ridicolo e terribile, e accade in un momento in cui il Papa governava e governa in Italia. Vale la pena guardarlo non solo per la storia, ma anche per il film, che è molto bello.
Racconta la storia di Edgardo Mortara (Ina Sala), un ragazzo ebreo che viveva nella città di Bologna. Nel 1858, dopo essere stato segretamente battezzato da una domestica, fu portato via con la forza dalla sua famiglia per essere allevato cattolico. La lotta dei suoi genitori per liberare il figlio divenne parte di una battaglia politica più ampia che contrappose il papato alle forze della democrazia e dell’unità italiana.
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Ti avverto che il film è teso e lascerà molte persone inorridite da questa storia vera. È disgustoso! La sceneggiatura, scritta anche da Marco Bellocchio, ci accompagna attraverso tutti questi dietro le quinte dove religione e potere si fondono. Il Papa ha commesso una grande malvagità Paolo Berubon crede di poter fare tutto e fa quello che vuole. È impossibile non arrabbiarsi. Soprattutto quando si vede il lavaggio del cervello di un bambino fino a dimenticare completamente la sua famiglia e le sue convinzioni. Da sottolineare infatti il talento del ragazzo Enya Sala, che è bellissimo e sembra un angioletto. Questo ci mette ancora più a disagio riguardo allo sviluppo della storia.
E Bellocchio, come regista, vive uno dei suoi momenti più belli. Il film è visivamente bellissimo, dalla direzione artistica alla fotografia dark. Tutti nel cast sono fantastici. La madre del ragazzo, interpretata da Barbara Ronchi, ha scene fantastiche, ma nessuna è più potente della visita al figlio dopo il suo rapimento. Questa è probabilmente la scena più brutale dell’intero film. È disgustoso, ma è una visione obbligatoria: oltre ad essere bello, devi conoscere questa parte terribile della storia. Spesso la realtà ci presenta situazioni che l’immaginazione non può immaginare.