Una secchiata d’acqua fredda è caduta sull’Italia. Secondo i dati diffusi questa mattina dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT), nel secondo trimestre del 2014 il Pil del Paese si è contratto dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti, quando aveva registrato un calo dello 0,2%. 1%. Oltre alla mancata crescita, l’economia italiana continua a perdere velocità. Dopo due trimestri di declino, il Paese entra ufficialmente in un nuovo periodo di recessione.
L’economia ritorna così al periodo di contrazione iniziato nel terzo trimestre del 2011 e terminato solo nell’ultimo trimestre dello scorso anno, quando il prodotto interno lordo ha registrato una leggera espansione dello 0,1%. A Roma è suonato l’allarme per il governo, che non si è ancora preso il permesso di provare ad approvare una precisa riforma istituzionale. A Milano la Borsa ha risposto con un calo di oltre il 2,5% e un premio al rischio di 170 punti.
I dati diffusi questa mattina mettono l’economia italiana in una posizione peggiore di quanto stimato dalle autorità. Il primo ministro Matteo Renzi ha ammesso: “Ci aspettavamo dati più alti, in linea con le aspettative dell’Eurozona”. “Ma questo significa che agiremo con maggiore determinazione”, ha concluso con il suo proverbiale ottimismo.
Il leggero miglioramento della fine dello scorso anno ha dato la sensazione di una debole luce alla fine del tunnel. Tant’è che per questo trimestre politici e mercato non hanno confidato nell’espansione, ma almeno nella stabilità, ad un più dignitoso 0%.
Ci aspettavamo dati più alti, ma questo significa che lavoreremo con maggiore determinazione.
Matteo Renzi, primo ministro italiano
Le tensioni internazionali – in particolare il conflitto tra Ucraina e Russia, sulle sue riserve energetiche – stanno aumentando la vulnerabilità dell’economia italiana e rendendo il risanamento dei conti pubblici molto più costoso del previsto. Lo ha confermato oggi il direttore Domenica 24 ore Nelle pagine delle memorie del ministro dell’Economia Pierre Carlo Padoan. La risposta del ministro è stata ferma: “So benissimo, e lo sanno anche i mercati, che l’Italia è fortemente orientata alla crescita. Abbiamo bisogno di più tempo, ma non falliremo”.
“Il limite del 3% nel rapporto tra deficit e Pil – dice Padawan nella stessa intervista pubblicata oggi dal quotidiano Al-Iqtisad – non verrà superato né nel 2014 né nel 2015. Non lo supereremo nemmeno fissiamo il nostro obiettivo di realizzare la legge di bilancio”, promette il Ministro.
Il contabile del Paese esclude anche il pericolo che la Troika venga da Bruxelles a Roma per gestire la situazione, come è successo ad Atene. Tuttavia, non può fare a meno di essere consapevole delle difficoltà (non più cicliche, ma strutturali) in cui è impantanata la terza economia dell’eurozona. Ma, secondo il ministro incaricato quattro mesi fa da Renzi di gestire i conti pubblici, ci sono dati che fanno ben sperare: “I dati negativi dell’Istituto nazionale di statistica indicano investimenti. Piuttosto positivi invece i dati su consumi ed esportazioni. ” Questo fa ben sperare che le famiglie ritrovino un po’ di fiducia, e conferma che siamo nella fase finale della recessione, anche se la risalita sarà molto faticosa, perché la recessione è già profonda e si è chiusa con un risultato del -1,9% Il nostro governo è impegnato ad attuare misure con effetti a lungo termine e vedremo i risultati del 2015 e del 2016”.
Bruxelles avverte che il calo del Pil sta ritardando la ripresa
Ignacio Frezza, Bruxelles
Non c’è voluto molto perché emergesse la reazione di Bruxelles ai dati sul Pil italiano. Un portavoce del Comitato esecutivo della Comunità europea ha ammesso che la ripresa dell’Italia “avrà un ritardo maggiore di quello calcolato dalla Commissione europea nelle sue stime di primavera – in cui prevedeva una crescita dello 0,6% per il 2014”.
“I dati – sottolinea – indicano che il Pil quest’anno è molto più debole, anche se è in linea con quanto pubblicato dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca d’Italia”. Queste stesse fonti riconoscono la possibilità che la fragilità dell’economia italiana possa avere un impatto negativo. sui conti pubblici, ma preferisce non rivedere ancora il dato del deficit di quest’anno.
“È ancora molto presto e non è possibile vedere una tendenza chiara”, hanno sottolineato. Il quadro italiano sarà rivisto dalle autorità della Commissione Europea nelle previsioni autunnali, che saranno pubblicate a novembre e che serviranno come base per valutare il progetto di bilancio che il governo di Matteo Renzi dovrà presentare per il 2015.
Non c’è alcun cambiamento nella ricetta di Bruxelles affinché Roma migliori la performance della sua economia: rispetto dell’attuazione del bilancio e riforme strutturali. Il ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan ha affermato questa mattina in un’intervista che l’Italia deve accelerare il ritmo delle riforme. Un portavoce del comitato esecutivo per gli affari economici della Commissione ha dichiarato: “Possiamo solo concordare e rafforzare i suoi commenti”.