Lunedì il governo italiano ha approvato il bilancio dello Stato per il 2024 e ha rivelato che il deficit di bilancio dovrebbe raggiungere il 4,3% nel 2024, superiore alla precedente stima del 3,6%. È bastato questo perché gli interessi sul debito decennale dell’Italia salissero alle stelle.
Lunedì il governo italiano ha approvato il bilancio dello Stato per il 2024 e ha rivelato che il deficit di bilancio dovrebbe raggiungere il 4,3% nel 2024, superiore alla precedente stima del 3,6%. È bastato questo perché gli interessi sul debito decennale dell’Italia salissero alle stelle.
I rendimenti italiani hanno raggiunto il 4,9%, correggendo ancora di 1,64 punti base rispetto al picco del 5% di ieri. Il premio per il rischio italiano rispetto ai titoli sovrani tedeschi è di 203 punti base, perché il tasso di interesse tedesco è del 2,89%.
Lo evidenzia quotidianamente BA&N Unit Research, che ha riferito che ieri il mercato del debito sovrano dell’Eurozona ha subito un sell-off, guidato principalmente dalle preoccupazioni sui nuovi obiettivi presentati dal governo italiano, che stima un deficit di bilancio più elevato (5,3). (% del PIL quest’anno e 4,3% nel 2024) e una crescita economica debole.
I rendimenti dei titoli italiani a 10 anni sono saliti al 4,96%, il livello più alto registrato nel 2012, ampliando lo spread rispetto al debito tedesco a oltre 200 punti base, un nuovo massimo dalla crisi bancaria di marzo.
C’è già chi riconosce che la BCE potrebbe intervenire e fermare i “rendimenti” dei titoli italiani sfruttando la flessibilità del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP) o attivando il Transfer Protection Instrument (TPI).
Va notato che nel luglio dello scorso anno il Consiglio direttivo ha approvato l’istituzione del Transfer Protection Instrument, che consiste nel programma anti-crisi sul debito pubblico, al fine di “sostenere l’efficace trasferimento della politica monetaria” e consentire al “Consiglio direttivo conformarsi.” Con un mandato più efficace per mantenere la stabilità dei prezzi.
Attraverso questo strumento la Bce potrà intervenire, se necessario, per impedire un aumento sproporzionato dei tassi di interesse in alcuni paesi, attraverso l’acquisto di titoli di debito. La BCE ha anche affermato che utilizzerà questo strumento per valutare ogni caso individualmente.
L’IPT mira a “garantire che l’orientamento della politica monetaria sia trasmesso in modo uniforme tra i paesi dell’area dell’euro”. La Banca Centrale impone quattro condizioni prima di attivare questo strumento. Il primo è allinearsi al quadro di bilancio dell’UE; L’altro è l’assenza di gravi squilibri macroeconomici; Sostenibilità del debito pubblico; e dimostrare politiche macroeconomiche forti e sostenibili che rispettino gli impegni contenuti nel relativo rapporto permanente sulla performance.
Anche le obbligazioni francesi erano sotto pressione. Il rendimento dei titoli a 10 anni nella seconda economia della zona euro è del 3,51%, il livello più alto dal 2011.
Pertanto, le presentazioni del bilancio statale per il 2024 contribuiscono ad esacerbare la pressione sui titoli sovrani europei, già elevata a causa della politica monetaria della Banca Centrale Europea. Ieri il rendimento dei bond spagnoli ha superato il 4% per la prima volta dal 2023. Oggi è al 3,99%.
Il Portogallo ha costi operativi a 10 anni sul mercato secondario con tassi di interesse del 3,59%, mentre oggi sono in calo di 1,90 punti base.
L’attenzione degli investitori oggi si concentra sugli indicatori di inflazione nell’Eurozona e negli Stati Uniti, che potrebbero rafforzare la tesi secondo cui la BCE e la Fed hanno spazio per non alzare nuovamente i tassi di interesse. Si prevede che l’inflazione nell’Eurozona scenderà al 4,5% a settembre.
Il prossimo incontro confermerà che i tassi di interesse della BCE hanno raggiunto il picco a settembre (quando ha aumentato il tasso sui depositi al 4,00% e il tasso di rifinanziamento al 4,50%).
“BPI Research, il consenso degli analisti e tutti i mercati finanziari prevedono che la BCE non modificherà i tassi di interesse il 26 di questo mese, ma li lascerà ai livelli attuali e ribadirà l’intenzione di mantenerli a questi livelli restrittivi per un buon periodo di tempo (non prevediamo tagli fino a (settembre 2024, e le aspettative implicite nei mercati finanziari collocano il primo taglio tra giugno e luglio 2024).”