Questo è quanto rivela la nuova edizione del rapporto Foodservice Market Monitor di Deloitte. “Il settore della ristorazione italiana continua a registrare ottimi risultati e quest’anno il valore globale di quella che possiamo definire la ‘cucina italiana nel mondo’ è cresciuto ulteriormente”, ha commentato Tommaso Nastasi, partner e responsabile dei servizi di creazione di valore di Deloitte. Italia.
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“La crescita sarà guidata da alcuni trend chiave come l’aumento del consumo di cibo da casa e la polarizzazione dei gusti dei consumatori, che sono sempre più focalizzati su esperienze e scelte di consumo che riflettono la loro identificazione con i brand”.
Nel 2023, la cucina italiana nel mondo rappresenterà il 19% del mercato globale della FSR, mentre Cina e Stati Uniti rappresenteranno circa il 63%, per un totale di 152 miliardi di euro (886 miliardi di R$). La crescita è stata del +5,4% rispetto all’anno precedente, superando i valori pre-pandemia del 2019 di 236 miliardi di euro (1,3 trilioni di R$). Stati Uniti, Germania e Brasile sono i Paesi con la più alta penetrazione della cucina italiana sul totale della FSR (rispettivamente 35%, 23% e 23% del totale).
Nel frattempo stanno emergendo nuove abitudini di consumo. I consumatori si aspettano sempre più un’offerta personalizzata in termini di prodotto e servizio, che mostra un forte interesse per la forma dell’eatertainment, ovvero dei ristoranti con una forte componente di intrattenimento.
Dal punto di vista consuetudine, l’esperimento della settimana più breve in più di 20 paesi porta i ristoratori a considerare il fine settimana come un giorno, il che aumenta i loro profitti. Frequente è anche il fenomeno degli snacking, con i consumatori che preferiscono consumare più piccoli pasti durante la giornata invece dei pasti tradizionali.
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Per il Nord America e l’Europa la crescita dovrebbe essere leggermente inferiore alla media del mercato. Tuttavia, ci sono grandi aspettative per lo street food, che probabilmente diventerà la categoria leader nella crescita del mercato nei prossimi anni, con un tasso annuo composto (Cagr) del +5,5%.
“L’aumento dei consumi fuori casa sta rendendo il mercato del foodservice sempre più attraente per diversi operatori del settore food & drinks. Le sfide per creare valore nel futuro saranno guidate da un modello di business ‘customer-orientato’ e aperto ai consumatori. mercati internazionali, oltre ad una migliore gestione operativa del punto vendita”, conclude Nastasi.