Il giudice Maria Francesca Mariano il 20 maggio 2024
Il 1 febbraio, una capra decapitata è stata trovata sulla soglia di casa del giudice Francesca Mariano in Italia. Il giudice ha ricevuto ripetute minacce – tra cui note scritte con il sangue – dopo aver ordinato l’arresto di 22 membri della mafia operante in Puglia, nel sud del Paese.
Questa settimana i leader del G7, compreso il presidente Lula, parteciperanno a un vertice in Puglia. La regione è una roccaforte della Sacra Corona Unita (SCU), un gruppo mafioso meno conosciuto della Camorra, di Cosa Nostra o della ‘Trangetta, ma che si è anche infiltrato nelle istituzioni e negli organi governativi.
Oltre al giudice Mariano, altre donne come la capo della task force antimafia, un avvocato e una politica locale combattono la Sacra Corona Unita in Puglia.
Storia della Sacra Corona Unita
La Sacra Corona Unita (SCU) è nata nel 1981 in un carcere della città di Lecce per impedire a bande criminali di altre regioni di prendere il controllo delle attività illegali locali. Il nome del gruppo e alcuni rituali hanno origine nel cattolicesimo. Oggi la SCU mescola affari legittimi e criminalità e divide i suoi circa 5.000 membri in 30 clan.
Carla Durante, capo della forza antimafia di Lecce, afferma che l’attività principale della SCU è il traffico di droga, nonché l’estorsione e lo strozzinaggio. “Adesso ci sono gli intrusi nella pubblica amministrazione”, dice Durante. La SCU ricicla denaro criminale in imprese legittime come le aziende turistiche in Puglia.
La confisca delle attività delle bande criminali è un modo efficace per combattere la criminalità. La task force di Durante ha già bandito aziende agricole e aziende vinicole trasformandole in progetti di impresa locale. “Abbiamo imparato che questo è uno strumento molto oggettivo (per combattere la mafia) perché togliere beni ai mafiosi significa togliergli il potere”, dice Durante.
Negli ultimi anni la SCU ha evitato azioni violente, adottando forme più subdole di intimidazione e inserendosi nella comunità locale, dove è accettata da molti.
Il mafioso ha tentato di tagliare la gola all’avvocato
Sabrina Matrangola, politica locale, è la figlia di una donna uccisa nel 1984 mentre faceva campagna contro uno sviluppo immobiliare in un parco. Dice che la comunità dovrebbe riunirsi e scegliere la “parte giusta”. Matrangola è un operatore del gruppo Libera che trasforma i beni confinati alla mafia in progetti sociali.
Due settimane dopo l’operazione in cui furono arrestati membri della SCU, un sospettato tentò di tagliare la gola all’avvocato Carmen Ruggiero con un coltello improvvisato. Uno dei 22 detenuti, Pancrazio Carrino, ha segnalato di voler collaborare alle indagini, ma ha aggredito Ruggiero all’arrivo in carcere.
Le donne che affrontano la SCU stanno anche cercando di sensibilizzare sui danni causati dalla mafia. Mariano, il giudice, scrive opere teatrali per cambiare la percezione che la gente ha dei criminali. “Bisogna partire da una comunicazione di base per trasmettere i valori della dignità, del coraggio e della responsabilità, della capacità di dire no, della capacità di arrabbiarsi di fronte alle cose sbagliate”, dice.
Carattere: G1
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