I dati sono stati raccolti tra il 24 e il 26 gennaio, con più di 800 partecipanti
8 febbraio
2024
– 19:24
(Aggiornato alle 19:56)
L’Italia lo è È noto per ripetuti casi di insulti razzisti contro i calciatori, Negli ultimi anni. Questi episodi riflettono la convinzione locale secondo cui è normale imitare una scimmia o lanciare banane agli atleti durante le partite di calcio. Secondo una ricerca condotta dall’Istituto SWG, il 16% degli italiani ricopre questa posizione.
I dati sono stati raccolti tra il 24 e il 26 gennaio, con più di 800 partecipanti. Oltre alla normalizzazione, circa il 18% degli intervistati ritiene che faccia parte dell’insultare un tifoso rivale con insulti xenofobi, come chiamarlo “zingaro” o “ebreo” in modo peggiorativo.
Dall’indagine emerge inoltre che il 22% degli intervistati ritiene che, essendo personaggi pubblici, gli atleti dovrebbero sopportare qualunque cosa accada, compresi gli insulti razzisti e xenofobi. L’argomento ha ripreso vigore dopo il portiere del Milan Mike Maignan Dopo essere stato insultato dai tifosi dell’Udinese, in una partita disputata nel 21° turno del Campionato Italiano.
7 tipi di razzismo che non si riproducono
In questa occasione il francese ha informato l’arbitro Fabio Maresca, che ha interrotto la partita. Entrambe le squadre hanno lasciato il campo. La palla riprese a rotolare solo cinque minuti dopo, quando il pubblico smise di esultare. L’Udinese, ospite della partita, ha vietato definitivamente l’ingresso a cinque tifosi e ha ordinato che la partita si giocasse a porte chiuse.
Dall’indagine emerge anche che la maggioranza degli italiani ritiene normale che i giocatori vittime di questi reati di pregiudizio prendano posizioni ferme. Una reazione presa in considerazione dagli italiani intervistati è stata quella di terminare la partita non appena si fosse verificata la violazione.