“Furiosa” vide a sua volta certe sedie musicali. Charlize Theron, che interpretava il personaggio in Fury Road, cede il posto ad Anya Taylor-Joy, che indossa il mantello – o meglio, il braccio meccanico – con la stessa indole vendicativa. “Sono storie diverse che vanno insieme. ‘Fury Road’ si svolge nell’arco di tre giorni e una notte, mentre ‘Furiosa’ si svolge nell’arco di circa 18 anni”, sottolinea Miller.
La costruzione della “Furiosa” ha seguito una regola: non si può ripetere ciò che è già stato fatto. “Per raccontare la storia di Fury Road, dovevamo sapere tutto quello che succedeva in questo mondo”, continua. “Raccontare la storia di Furiosa sovrapponendo i due film è stata una scelta naturale”. Le dinamiche narrative, ovviamente, si adattano alle esigenze del nuovo film: “un esercizio diverso che utilizza alcuni degli stessi strumenti”.
Dopo aver affrontato la crisi petrolifera e la crisi ambientale, “Furiosa” traccia parallelismi con i traumi politici del mondo di oggi. “Raccontando la storia di un individuo in un mondo di estremismo, vediamo le dinamiche di tutte le forze che lo circondano, compresa la politica”, afferma Miller. “La condizione di ogni essere umano, il nostro paradosso, è che viviamo nel caos e cerchiamo di dargli un senso”.
La successiva espansione dell’universo di “Mad Max”, anche nelle mani di altri registi, entusiasma George Miller. “Mi piacerebbe vedere cosa riescono a fare gli altri registi con il deserto”, continua. “Cineasti che hanno un approccio sfaccettato e che utilizzano tutte le tecniche e gli strumenti del cinema per raccontare una storia”.
Una storia che sfortunatamente non è stata all’altezza delle sue promesse è stata la versione di Miller di Justice League, un progetto che era in sviluppo da oltre un anno e poi alla fine ha ceduto alle forze economiche esterne. Quando gli ho chiesto se fosse nei piani il ritorno al mondo dei supereroi, ha ribadito il suo interesse per quel mondo.