Sorpresa è la parola chiave dello spettacolo. Quando la canzone inizia, a volte sembra che si stia dirigendo verso un riff blues, ma viene superata da una frase funk che cambia completamente la canzone. Oppure un’altra canzone che rischia di cadere nel gospel potrebbe finire per lasciare il posto all’hip-hop. C’è tutto nel suono del duo, e tutto è così ben messo insieme.
Il repertorio dello spettacolo è praticamente diviso tra i due album del gruppo, “Black Pumas” del 2019, e “Chronicles of a Diamond”, pubblicato lo scorso anno. Se il primo era già rimasto sorpreso dall’eclettismo musicale del duo, il secondo lo porta ad un nuovo livello. Entrambi hanno certamente rinunciato al suono all’interno della scatola. Il motto dei Black Pumas sembra essere “più diverso è, meglio è”.
Se fosse stato necessario ridurre lo spettacolo a due brani la scelta sarebbe stata facile. La parola “fuoco” all’inizio, e “colori” verso la fine, sono sufficienti per dimostrare che Burton e Quesada hanno scelto una strada unica. Emozionanti e armonicamente sorprendenti, queste canzoni sono più complete nel loro desiderio di turbare il pubblico, poiché le atmosfere più tranquille si alternano a esplosioni di furia vocale.
Chiaramente, i Black Puma si adattano perfettamente alla proposta del C6 Festival. Sono musicisti che, seppur ancora lontani dalle vette della popolarità, hanno una personalità ben definita e un chiaro suggerimento a non seguire le strade più facili. Quando “Mr. Postman”, “Stay Gold” o “Black Moon Rising” iniziano a suonare alla radio o nelle playlist tradizionali, il mondo è sicuramente cambiato molto.