UN L’agenzia, fondata nel 1950 e che impiega circa 60 giornalisti, è di proprietà dal 1965 del colosso energetico Eni, che “si è sempre dimostrato negli anni capace (…) di garantire l’indipendenza e l’indipendenza dei giornalisti”, ha detto l'agenzia. Lo ha detto in una nota alla redazione.
Hanno denunciato che “tutti questi aspetti sarebbero fortemente a rischio nello scenario di una possibile vendita del Gruppo Editoriale Angelucci. Questa potenziale vendita metterebbe in discussione la garanzia del pluralismo dell'informazione nel Paese”. I media italiani hanno indicato che il prezzo di vendita è stato di circa 50 milioni di euro ad un gruppo guidato dal deputato Antonio Angelucci.
La Federazione nazionale della stampa italiana ha espresso la propria solidarietà ai giornalisti dell'AGI, attraverso un comunicato del suo segretario generale, Alessandra Costanti.
“Per rimanere indipendenti e per questo forte motivo, l’informazione non deve essere coinvolta in conflitti di interesse”, ha osservato, e poiché il ministro dell’Economia, che controlla l’Eni, è anche deputato al Parlamento, guidato dall’attuale deputato Il presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.
L'Eni, contattata dall'Agence France-Presse, ha ammesso di aver ricevuto una “manifestazione spontanea di interesse”, seguita da una “discussione preliminare”, anche se “al momento non sono in corso trattative”.
Il management dell'AGI e del Gruppo Angelucci ha scelto di non commentare.
Deputato dal 2008, Antonio Angelucci, 79 anni, che ha fatto fortuna nel settore sanitario e possiede cliniche e case di cura, controlla già tre giornali di destra: Il Giornale, Libero e Il Tempo.
Attualmente è deputato della Lega, uno dei tre partiti che compongono la coalizione che sostiene il governo di estrema destra di Giorgia Meloni.
I partiti dell'opposizione si sono già espressi contro l'ipotesi di una vendita al gruppo Angelucci.
Eli Schlein, leader del Partito democratico (sinistra moderata e principale forza di opposizione), ritiene che “la possibilità di vendere l’intelligenza artificiale generale a un rappresentante della Lega che possiede già diversi giornali” è molto pericolosa.
Anche Antonio Casso e Luca Berondini, rappresentanti del Movimento 5 Stelle (detto populista), hanno condannato “la minaccia alla libertà di stampa e all’indipendenza di una delle più grandi agenzie di stampa italiane”.
In Italia esistono nove agenzie di stampa, tutte di proprietà di gruppi privati tranne l'agenzia principale, l'ANSA, una cooperativa di 28 gruppi che rappresentano 42 testate.
L'Italia si colloca al 41esimo posto nella classifica della ONG Reporter Senza Frontiere (RSF) che valuta la libertà di stampa in 180 paesi.
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