Oltre ad essere un modello in questo sport, il ciclista italiano Gino Bartali fu un eroe durante la Seconda Guerra Mondiale.
Di: Isabella Alves
nato a Il 18 luglio 1914 Gino Bartali fu uno dei più grandi ciclisti italiani a vincere Tre volte il Giro d'Italia e due volte il Tour de France. Tali competizioni sono le più importanti nello sport.
Nel 1938 Bartali vinse il suo primo Tour de France e fu considerato il “secondo italiano più famoso” al mondo, dietro solo a Benito Mussolini, leader del Partito Nazionale Fascista.
Ciò che molti non sanno è che oltre ad essere un modello nello sport, fu anche un eroe durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la sua morte, si scoprì che aveva contribuito a salvare più di 800 ebrei dall'Olocausto.
Con la sospensione delle competizioni ciclistiche, utilizzò il tempo libero dagli allenamenti per aiutare gli ebrei. Il Giro ha preso una pausa di cinque anni, mentre il Tour ha preso una pausa di sette anni.
Fino al 1943 l’Italia era una zona sicura per gli ebrei. Poi i nazisti iniziarono ad occupare il paese e a mandarli nei campi di concentramento. In quel periodo Bartali aderì all'organizzazione Rede Assisi, che protegge le popolazioni vulnerabili.
Il ciclista si stava allenando nel nord Italia e aveva iniziato a portare con sé documenti d'identità falsi all'interno del telaio della bicicletta. I documenti sono stati fabbricati da una rete segreta in Italia e poi trasportati all'interno dei tubi del manubrio e del reggisella.
Poiché era considerato un eroe in allenamento, passò attraverso i posti di blocco senza troppe spiegazioni. Quando gli è stato chiesto, ha detto che il caricatore potrebbe interferire con la regolazione aerodinamica.
Grazie a questi documenti le famiglie riuscirono a sfuggire alle persecuzioni naziste. Oltre ad aiutare queste famiglie, nascose in casa l'amico Giacomo Goldenberg e la sua famiglia.
Grazie al suo coraggio, è stato successivamente riconosciuto come Giusto tra le nazioni – un titolo dato a coloro che hanno lavorato per salvare le vite degli ebrei durante la persecuzione nazista – dal Memoriale dell'Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme.
Morì all'età di 80 anni, il 5 maggio 2000. Nonostante questo gesto coraggioso, Bartali volle che la gente lo ricordasse solo per la sua carriera sportiva: “I veri eroi sono gli altri, quelli che hanno sofferto nello spirito, nel cuore, nello spirito, nella mente, che hanno sofferto per i propri cari. Quelli sono i veri eroi. Io sono solo un ciclista.”
fonte: BBC Notizie Brasile