Per decenni, gli astronomi hanno speculato sulla possibilità che vi sia vita in agguato nelle nubi di Venere, il che potrebbe spiegare la sua insolita composizione chimica. Sebbene molti studi mettano in dubbio questa ipotesi, di tanto in tanto emerge un nuovo approccio che la difende.
È il caso di un esperimento condotto dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) e pubblicato questo mese sulla rivista AstrobiologiaCiò ha rivelato che gli amminoacidi, gli elementi costitutivi della vita come la conosciamo, possono persistere in soluzioni acide simili a quelle che si trovano nelle nuvole rosa.
Sebbene Venere sia spesso considerato un ambiente inospitale, con le sue temperature torride e le nubi di acido solforico, gli scienziati ritengono che forme di vita semplici potrebbero sopravvivere a queste condizioni estreme. Le nubi di Venere, più fredde della superficie del pianeta, potrebbero fornire rifugio a queste creature.
L'esperimento del MIT ha immerso 20 amminoacidi in una soluzione che imitava l'ambiente nuvoloso di Venere. Sorprendentemente, 19 di essi sono rimasti intatti per almeno un mese nonostante l'ambiente altamente acido.
Sarah Seager, astrofisica del Massachusetts Institute of Technology e una delle autrici dello studio, lo conferma in un articolo dichiarazione Ciò non significa che la vita su Venere sarà identica alla vita sulla Terra, ma significa piuttosto che le nuvole rosa possono fornire le condizioni adeguate per la comparsa di molecole complesse necessarie alla vita.
Questa scoperta sfida l’idea che l’acido solforico sia universalmente ostile alla chimica organica, aprendo la possibilità della vita in ambienti estremi.
Lo studio ha anche rivelato che nove dei 20 amminoacidi testati sono presenti nei meteoriti, suggerendo che queste molecole potrebbero aver raggiunto Venere attraverso collisioni di rocce spaziali.
Per saperne di più:
Il Life Finder su Venere analizzerà i composti organici presenti nell'atmosfera del pianeta
Nel gennaio 2025, una missione spaziale speciale ha stabilito il contatto Scopritore della vita di Venere (Venus Life Locator) sarà lanciata dal Massachusetts Institute of Technology in collaborazione con Rocket Lab, con l'obiettivo di continuare a esplorare la possibilità di vita sul secondo pianeta più vicino al Sole. Questa missione invierà una sonda chiamata Photon per analizzare composti organici nell'atmosfera di Venere, fornendo dati sull'abitabilità del pianeta. .
I risultati dell’esperimento del MIT aggiungono ulteriori prove del crescente potenziale di vita su Venere, fornendo speranza agli scienziati che cercano di scoprire i segreti del nostro vicinato planetario.
Sebbene Venere sia spesso chiamata il “gemello” della Terra a causa delle sue dimensioni e composizione simili, le condizioni sulla sua superficie sono estremamente ostili. Le temperature possono raggiungere quasi 500 gradi Celsius e la sua atmosfera è composta principalmente da anidride carbonica, con spesse nubi di acido solforico.
La scoperta di amminoacidi stabili in queste difficili condizioni solleva interrogativi affascinanti sull’origine della vita e sull’abitabilità del sistema solare e oltre. Gli scienziati sono ansiosi di continuare a indagare ed esplorare i misteri di Venere, uno dei pianeti più misteriosi nel nostro vicinato cosmico.