(ANSA) – Di Francesco Gallo – “Vincere si poteva. Purtroppo la campagna degli Oscar non è andata bene, non avevamo il distributore americano giusto per investire abbastanza e, soprattutto, nessuno ci diceva che eravamo competitivi in tutte le categorie. E questo fa una grande differenza, perché è una competizione dove non tutti partono alla pari. Se gareggi in tutte le categorie hai a votare tutti i diecimila membri dell'Academy, mentre nella categoria Miglior Film Internazionale solo tu avere mille voti.
Così, al Festival Internazionale del Cinema di Bari, Matteo Garrone respira durante la sua masterclass al Teatro Petruzzelli dopo la proiezione di “Io, Capitano”, che è finito in competizione per l'Oscar nella categoria Miglior Film Internazionale, battendo il regista inglese “ Zona di interesse.” Jonathan Glazer.
Il direttore prosegue parlando degli Oscar: «Gli elettori inglesi sono circa novecento, mentre quelli italiani sono poco più di un centinaio. Insomma, con le iscrizioni in tutte le categorie avremo maggiori possibilità».
«Io, Capitano è comunque un film molto strano – aggiunge Matteo Garrone, che stasera (17) al Petruzzelli ha ricevuto il Premio Mario Monicelli per la miglior regia e il Premio Federico Fellini per l'Eccellenza nel cinema – È stato rifiutato da alcuni festival , molti distributori e anche il botteghino.” “Euroimages, che di solito sostiene i miei film, questa volta ha detto di no. Non ho ricevuto alcuna giustificazione scritta, ma quando l'ho chiesto mi è stato detto che era stato rifiutato perché trattava un argomento così drammatico in modo avventuroso.”
Anche il regista de “L'imbalsamatore” ricorda scherzosamente quanto accaduto a Bruxelles: “Abbiamo fatto una proiezione al Parlamento europeo, dove il film ha ricevuto lunghi applausi e solo due settimane dopo, nello stesso Parlamento, hanno approvato una legge ancora peggiore sugli immigrati”.
Garrone sottolinea che questo film è una vera e propria “odissea contemporanea”: “La realtà è molto più dura ed è per questo che ho lavorato con la sottrazione. Oggi bisogna considerare anche il problema dei social network. Questi giovani africani, in realtà, vivono già in il nostro Paese grazie alle immagini che pubblichiamo, le immagini che ti fanno immaginare che per noi sia tutto facile, ma non è così.
“Per fortuna nelle scuole c'è stata un'accoglienza eccezionale grazie a insegnanti illuminati. Credo che i giovani possano davvero cambiare le cose”.
Poi il regista ha annunciato: “Ad aprile andremo in Senegal, dove tutto ha avuto inizio, e porteremo il film in villaggi remoti con gli schermi dei cellulari. In altre parole, torneremo dove ha cominciato il mio eroe, Seydou”. Sar e Mustafa Fall iniziarono il loro viaggio.
Infine, Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema e coproduttore e distributore italiano di “Io, Capitano”, ha fatto eco alle dichiarazioni di Matteo Garrone sui possibili errori nella promozione del film per gli Oscar: “L'iniziale mancanza di un distributore americano adeguato e, cosa più importante, il film non è entrato in Tutte le categorie.
(Io dimentico).
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