Costruito nella roccia e sul bordo di una scogliera, il santuario Madonna della Corona La città di Spiasi, nel nord Italia, attira l’attenzione. Situata a 775 m di altitudine sul Monte Baldo, questa costruzione sfida il coraggio di turisti e pellegrini che vogliono visitare il tempio del XVI secolo.
La storia della chiesa include una leggenda popolare locale: una statua della Vergine Maria sull’isola di Rodi, in Grecia, apparve miracolosamente sul fianco roccioso della montagna, salvandola dalla distruzione durante l’invasione turca dei paesi vicini. Paese.
Dopo l’evento divino, sul luogo del ritrovamento si decise di costruire una piccola chiesa, che fu completata nel 1522 e divenne luogo di pellegrinaggio religioso. Per facilitare l’accesso al sito sono stati aperti più di 1.500 gradini scavati nella roccia e un lungo sentiero di 2,5 km che parte dall’abitato di Brendino.
Nel 1625 iniziarono i lavori di ampliamento della piccola cappella, che fu completata nel 1680 e diventò il santuario intitolato alla Madonna della Corona. Tra il 1898 e il 1899 il luogo subì un ulteriore ampliamento e la sua facciata venne ricostruita e rimaneggiata. Negli anni ’70 la chiesa fu ristrutturata ed elevata allo status di basilica minore da Papa Giovanni Paolo II.
Attualmente l’edificio è di 600 m², lungo 30 m, largo 20 m, con navata centrale alta 16 m e cupola alta 18 m. La facciata è in stile neogotico, decorata con marmo di Sant’Ambrogio e sormontata da un campanile alto 33 m.
La porta centrale presenta due figure in marmo di Carrara di uno scultore italiano Ugo Sannoni, raffigurante San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena. All’interno del santuario sono custodite altre opere dell’artista, ad esempio la statua dell’Addolorata.
La parete a sinistra della chiesa è completamente scavata nella roccia, rendendo la costruzione unica nel suo genere. Proprio sopra l’altare si trova la statua della Madonna della Corona, datata 1432 e alta 70 cm. Nel santuario è conservata anche la più antica immagine sacra della Madonna della Corona, raffigurante la Vergine Maria e il Bambino Gesù, del XIII secolo.
Nel XX secolo il sito divenne accessibile tramite una strada asfaltata lunga 1 km, percorribile solo da Spiasi a piedi o con appositi minibus. Lungo il percorso sono riprodotte in statue di bronzo le 14 stazioni della Via Crucis, opera dell’architetto. Raffaele BonanteRealizzò anche le vetrate della cappella e altre decorazioni interne del tempio.