Secondo quanto riferito dai testimoni, sul posto sono stati prestati i primi soccorsi e il combattente è intervenuto. Joao sembrava essere cosciente, ma le sue condizioni avrebbero potuto peggiorare durante il percorso verso le cure mediche.
L’atleta è stato trasportato all’UPA di Jericoacoara e da lì è stato inviato in un centro sanitario a Cruz, un comune vicino, per ricevere più ossigeno prima di arrivare a Jijoca. Tuttavia, l’atleta ha dovuto essere nuovamente trasportato, questa volta nel comune di Sobral, a tre ore di distanza dal luogo dell’evento, dove l’ospedale avrebbe più strutture per valutare la gravità della condizione. I suoi parenti spiegano che non è stato curato adeguatamente finché non è arrivato alla Santa Casa della città.
L’evento aveva una struttura debole
Secondo Lilia l’evento non aveva alcun tipo di struttura. La donna sostiene che l’organizzatore ha contattato le palestre locali e ha invitato gli studenti a partecipare all’evento per “lottare senza perdere l’amicizia”. Bastava dare il proprio nome e si registravano. Non è stata richiesta alcuna valutazione fisica o test precedenti.
“Avrebbero dovuto valutare che non era pronto, si era allenato solo per poco tempo. Mio fratello si stava allenando di Muay Thai ed è andato al box durante l’evento, completamente senza equipaggiamento protettivo. Non ha nemmeno segnato “. afferma Lilia.
Il parente di Joao sostiene inoltre che nessuno associato all’organizzazione dell’evento lo ha contattato per parlare dell’accaduto o per mostrare solidarietà alla morte dell’atleta. Lilia però dice che la famiglia ha ancora dei dubbi su quale strada intraprendere da adesso in poi.