Adami fu presidente in tre occasioni tra il 1938 e il 1942. Durante il suo mandato, il 14 settembre 1942, divenne la Palestra de São Paulo Palmeiras.
Nel testo pubblicato sul sito di Alviverde si legge quanto segue a proposito del cambiamento: “Circa sei mesi dopo che il nome fu cambiato in Palestra de São Paulo, quando tutto andava bene, e anche quando la squadra si distinse nel Campionato Paulista, il governo brasiliano decise che “il nome è stato cambiato. Il club ancora, sulla base del fatto che la parola “palestra” si riferisce all’Italia. Tuttavia l’etimologia rivela che la parola “palestra” è una parola di origine greca”.
Nello stesso articolo si legge: “Poiché Palestra probabilmente ignorerà l’imposizione di un nuovo cambio di nome, la decisione del governo nazionale è caduta come un guanto nelle mani dei club rivali, che hanno visto la possibilità di vedere l’Alverde chiudere i battenti. equivarrebbe a mettere in gioco l’onore di Palestra.” . E così Adami e i suoi colleghi mettono da parte il loro orgoglio per mantenere attiva la comunità guidata da Laila.
In un altro incidente durante il suo mandato come presidente palestinese, Adami si è rivolto formalmente alle autorità per cercare di convincere i suoi compagni di squadra a viaggiare per vedere la partita della squadra.
Il 12 agosto 1942 inviò una lettera a Dobbs chiedendo un salvacondotto in modo che i membri del club potessero andare in treno al Santos per assistere alla partita della squadra. Il salvacondotto veniva concesso principalmente agli immigrati italiani, giapponesi e tedeschi affinché potessero spostarsi in una determinata zona durante la Seconda Guerra Mondiale. In quel particolare mese il Brasile entrò in conflitto contro la parte italiana.
Le storie di Giuliano, Adami e Ricotti sono in un servizio pubblicato dalla Rubrica nel 2014 che potete leggere Qui. Questi episodi confermano che ci sono tifosi del Palmeiras che hanno fatto tanto per il club senza bisogno di un patrimonio per farlo.