Di Patricia Antonini – Un mercato da oltre 200 milioni di consumatori, numeri economici in crescita e buoni margini di crescita per l’export di vino italiano.
Il Brasile è una “scommessa importante” per Veronafier/Vinitali, che ha partecipato all’evento Wine South America di Pento Gonçalves, Rio Grande do Sul, nella prossima edizione della manifestazione veronese.
Nel padiglione tricolore della rassegna, che si concluderà domani (14), sono presenti due dozzine di operatori in rappresentanza di decine di etichette e categorie, 13 dei quali allo stand organizzato dalla Camera di commercio italiana (ICE/ITA).
“Il fatturato compreso tra 23,5 e 24,6 milioni di dollari”, rispetto allo stesso periodo del 2022, “si spiega con la crescita del 4,4% delle importazioni di vino italiano tra gennaio e agosto”, ha sottolineato Ferdinando. Fiore è il comandante dell’ufficio ICE/ITA in Brasile.
«Crediamo che il vino abbia tutti i presupposti per una crescita futura», afferma Alessandro Giolai, direttore di Vinitali Gianni Bruno e membro del consiglio di amministrazione di Milanese & Milanese, partner di Veronafier.
A questo proposito è bene ricordare che il Brasile rappresenta il quarto mercato per gli italiani negli Stati Uniti, dopo Stati Uniti, Canada e Messico.
L’Italia risulta essere il quarto fornitore con una quota del 7% dietro Cile, Argentina e Portogallo.
“In termini di valore, i brasiliani hanno acquistato quasi 37 milioni di dollari, ovvero l’8% del totale delle importazioni”, afferma Fiore.
Ma i produttori della Serra Gaucha nel Rio Grande do Sul, oggi capitale dell’uva e del vino del Brasile, furono anche sede della colonizzazione italiana nel XIX secolo, che qui stabilì la viticoltura e dove si parla “Talian”. Antico Dialetto Veneto – Si propone di farne conoscere le varietà in Italia. Considerando anche la partecipazione alla prossima edizione di Vinithali.
Merito dell’ottimo lavoro di Valerio Caruso, comandante consolare di Porto Alegre, che dal suo arrivo – un anno fa – si è dedicato a riallacciare i rapporti con il territorio. Ha valorizzato ulteriormente la partecipazione italiana al vino del Sud America con un grande sforzo di vicinanza alle autorità locali e alle comunità imprenditoriali.
“Nella culla di una storica e fortissima comunità di discendenza italiana, siamo orgogliosi di poter fare un lavoro di squadra così importante con l’organizzazione italiana, rafforzando le eccellenze italiane e promuovendo i gauchos”, rileva l’ambasciata.
Una tendenza che Vinithali accoglie con favore. «Nell’ultima edizione della manifestazione veronese erano circa 33mila gli operatori provenienti da 134 Paesi. La maggior parte va in Italia, dove si trova il 95% degli espositori, ma notiamo una nuova attenzione ai vini esteri. E arriveranno i brasiliani. Avranno dei vantaggi proprio perché sono una proposta alternativa”, sottolinea Bruno.
D’altro canto, gli operatori italiani evidenziano come il mercato brasiliano presenti alcune sfide e criticità.
La difficoltà principale sono i doveri. In particolare, per chi decide di non affidarsi alla “Trade” o al “Comex” brasiliani, il costo per l’importatore in uscita dall’Italia sale fino al 152%.
Le principali destinazioni dei vini tricolori sono le città di San Paolo, Rio de Janeiro e Minas Gerais, ma non mancano spunti nuovi e continui, spinti dal settore turistico ed enogastronomico del Paese.
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