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Alla fine di giugno è entrata in vigore nell’Unione Europea una legge anti-deforestazione, che potrebbe bandire dai mercati dei paesi dell’Unione i prodotti agricoli e animali provenienti dalle aree disboscate nel 2021, e questa legge potrebbe danneggiare la vendita di articoli in cui Il Brasile è forte, come la carne bovina, le mucche.
Giovedì (7), il Brasile e altri 17 paesi in via di sviluppo hanno inviato una lettera ai leader dell’Unione Europea protestando contro la legge anti-deforestazione.
Secondo il governo brasiliano, questa legge europea ha un carattere “punitivo e discriminatorio” rispetto alle normative europee e ha il potenziale di causare “perturbazioni commerciali e un onere eccessivo per i produttori di prodotti agricoli e loro derivati coperti da questa misura”.
Il Ministero degli Affari Esteri ha precisato in un comunicato che il Brasile “mantiene il suo fermo impegno nella lotta alla deforestazione e ha rafforzato le attività di ispezione e conservazione delle foreste brasiliane, soprattutto nella regione amazzonica. Dal punto di vista brasiliano, la legislazione europea, oltre ad essere incoerenti con i principi che governano il commercio e le intese internazionali Le questioni multilaterali sul clima e sulla biodiversità mettono in luce errori e squilibri negli aspetti economici, sociali e ambientali del problema che intendono affrontare, in un modo che non è coerente con l’effettiva garanzia di uno sviluppo sostenibile.
“Discriminatorio e punitivo”
Secondo la lettera, il diritto dell’Unione Europea ignora le circostanze e le leggi di ciascun paese e ogni paese ha i propri metodi per verificare se la produzione è avvenuta in un’area deforestata.
“Inoltre, crea un sistema unilaterale di valutazione del rischio che è intrinsecamente discriminatorio e punitivo e potrebbe essere incompatibile con gli obblighi nei confronti dell’Organizzazione mondiale del commercio”, ha affermato.
La lettera chiede “un dialogo più significativo e aperto con i paesi produttori” e che l’UE apporti correzioni alla legge o “almeno, cerchi di mitigarne gli effetti più dannosi attraverso linee guida di attuazione che valorizzino adeguatamente le pratiche sostenibili locali nelle catene del valore agricolo. , siano essi già attuati o quelli in fase di sviluppo, evitando perturbazioni commerciali, compresi oneri amministrativi eccessivi legati ai requisiti di geolocalizzazione e tracciabilità, certificazione e controllo doganale.
La lettera è stata firmata da paesi dell’America Latina, dei Caraibi, dell’Africa e dell’Asia. Tra i firmatari figurano Argentina, Indonesia, Messico e Nigeria.