Patrick Zaki, egittologo dell’Università di Bologna in Italia, è stato graziato dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi questo mercoledì (19), un giorno dopo essere stato condannato a tre anni di carcere.
Con questo, Zaki non dovrà più scontare i restanti 14 mesi della sua pena detentiva in quanto ha già trascorso un anno e 10 mesi di detenzione nel Paese africano.
“Il presidente Abdel Fattah al-Sisi sta usando i suoi poteri costituzionali per emettere un decreto che concede la grazia a un gruppo di persone condannate dai tribunali, tra cui Patrick Zaki, in risposta a un appello del Consiglio per il dialogo nazionale e dei segretari politici. Forze”, il Lo ha detto il governo egiziano.
La notizia è stata accolta con applausi al Senato italiano e celebrata dal sindaco di Bologna Matteo Lebor. “E’ una grande gioia per il Bologna e spero di riabbracciarlo e rivederlo presto in città”, ha detto.
Amnesty International ha detto che è stato un “giorno di gioia”. “Speriamo che anche il divieto di viaggio venga revocato”, ha detto Riccardo Nouri, portavoce dell’organizzazione in Italia.
Zaki è stato giudicato colpevole dal tribunale di Mansoura martedì scorso (18) in un processo seguito da vicino dalla diplomazia italiana e dalle organizzazioni per i diritti umani.
L’egiziano è stato accusato di aver pubblicato “notizie false” e di “incitamento a proteste contro le autorità pubbliche” per “turbare la quiete pubblica” nel suo Paese. Di recente, Jacqui è diventata Dottore in Studi di Genere presso l’Università di Bologna, difendendo la sua tesi in videoconferenza.
Il caso ha guadagnato importanza in Italia in riferimento alla morte del ricercatore italiano Giulio Regeni, rapito, torturato e assassinato al Cairo nel gennaio 2016.
Regeni partecipò a unioni clandestine e si oppose al regime di al-Sisi, il che sollevò l’ipotesi di colpevolezza politica. La Procura di Roma ha già condannato a morte quattro agenti dei servizi segreti egiziani, ma il processo è in stallo perché gli imputati non hanno ricevuto notifica. .